Confusione relazionale, lotta

E così ogni giorno, inconsapevolmente, ci troviamo ad assumere lavoratori valutando se le protospecie cui appartengono sono in guerra o no con quelle cui apparteniamo noi.

Dunque una femminista manager assumerà volentieri un gay, ma non un integralista cattolico; se lo facesse nascerebbero con ogni probabilità scontri quotidiani e difficoltà relazionali, fraintendimenti e malumori.

La stessa tendenza ad usare la parola “sono” rispetto alle professioni, o ai generi, o alle ideologie (sono un etero, sono una docente, sono un patriota, sono moderno, sono tradizionalista, sono sportivo, sono vegano, sono giovane, sono una mamma, sono esperto...) mostra con intuitiva evidenza la reale situazione: la nostra mente, di indole “televisiva”, si identifica con il ruolo sociale, giungendo ad azioni estreme e deliranti in risposta a tale convinzione e identificazione.

La progressiva divisione e sottodivisione di generi sessuali, lungi dall'essere un segno di “progresso”, è invero un indicatore di involuzione coscientiva.

La perduta capacità di riconoscere gli individui della propria specie naturale coscientiva ci porta a continui e incrementali fallimenti, e ad autoreferenziali quanto esili giustificazioni.

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